I PIU’ LETTI: SCUOLE POPOLARI PER AIUTARE I RAGAZZI

Erano poco più di una decina nel 2011, quando all’istituto Cardano avevano dato vita alla prima Scuola popolare milanese. Oggi la stessa rete conta sessantacinque persone: insegnanti in pensione di latino e greco e docenti universitari di fisica e matematica. Ex presidi laureati in lettere e professionisti esperti di lingue straniere. Una task force di volontari che entra nel pomeriggio nelle medie e nelle superiori per fare lezione gratis agli studenti in difficoltà che non possono permettersi le lezioni private. E per combattere la dispersione scolastica e il rischio abbandono.

Sono sette, oggi, le Scuole popolari mandate avanti dai volontari dell’associazione "Non uno di meno". Le ultime due aperte in ordine di tempo sono quelle della media Pertini e della Quintino di Vona, inaugurate durante quest’anno scolastico. Ma il modello è più o meno identico per tutte: sono gli insegnanti o i presidi degli istituti stessi a segnalare i casi da seguire. Ragazzi con troppe insufficienze a rischio bocciatura. O comunque con problemi a vivere serenamente la scuola. Al turistico Gentileschi come al liceo Virgilio, alla media Dalla Chiesa come per la Verdi di Corsico: quando chiude la scuola del mattino, nelle stesse aule apre quella popolare.

"Dopo i ripetuti tagli degli anni passati alla scuola pubblica non ci sono più risorse per seguire da vicino chi è a rischio dispersione - spiega Maurizio Sironi, presidente del comitato genitori della scuola media di via Gallarate, vicino viale Certosa - per questo ci affidiamo a queste persone che fanno un lavoro straordinario con i nostri ragazzi, lavorando in collaborazione con i loro insegnanti". In ogni istituto i volontari fanno lezione per due o tre volte alla settimana e in alcune scuole sono oltre cento gli studenti seguiti. In classe trovano per esempio Amerigo Di Libero: la mattina insegna matematica al Politecnico e il pomeriggio aiuta, senza prendere un euro, gli studenti del Cardano. "È una questione di principio - spiega - cerchiamo di dare una mano laddove la scuola non riesce ad arrivare. C’è stato un anno in cui mi hanno mandato 27 studenti di una sola classe che avevano avuto seri problemi con la matematica e non sapevano come arrivare all’esame di Stato".

Ci sono insegnanti in pensione, come Maria Rosa Zuretti, impegnata nei corsi per chi ha difficoltà con il latino. Ma a regalare il proprio tempo agli alunni più fragili ci sono anche i professori delle scuole stesse: "A volte ci sono ragazzi molto intelligenti che hanno semplicemente bisogno di un’attenzione particolare. La soddisfazione nel vederli recuperare ci ripaga di tutta la fatica", racconta Maria Teresa Punzo, insegnante del Virgilio e della sua Scuola popolare.

"La dispersione è una piaga sociale che avrebbe bisogno di un piano straordinario di governo e Regione - commenta Giansandro Barzaghi, presidente di "Non uno di meno" - ma il Pirellone invece di mettere in campo campagne efficaci preferisce dirottare i fondi sui buoni scuola per le private".

Un articolo di Tiziana De Giorgio - La Repubblica 20 03 2016

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Data ultima modifica: 29 novembre 2017