GENTILE MINISTRO DISTRUZIONE...

Gentile ministro

di Concita De Gregorio

La strategia politica del centrodestra somiglia a quei giochini che fanno i bambini in età prescolare: pari e patta, «specchio specchio», quei giochi lì. Il patetico tentativo è questo: un centrodestra arrogante, protervo, sovente violento e ottuso, spesso corrotto e nel migliore dei casi servile - una classe dirigente incapace di concepire il bene comune come mandato, capace solo di fare il bene proprio - pensa di risolvere il problema della sua inadeguatezza con la chiamata in correità. «Specchio», fanno i bimbi rivoltando i palmi verso l’altro per restituire l’accusa. Il sottotesto di governo è: e allora voi? Perché non parlate di cosa fa Fassino di notte, mi domandava giorni fa il direttore del Giornale alludendo al fatto che se il suo leader nonché datore di lavoro passa le serate con quaranta ragazze a mille euro l’una certamente anche Fassino lo fa. Basta insinuare: la gente resterà col rovello. Così fan tutti. È un metodo al quale non sono affatto estranei certi giornali che si dicono all’opposizione: un metodo efficace. L’obiettivo è dimostrare che destra e sinistra sono uguali, che i partiti politici sono bande speculari, che bisogna radere al suolo ogni cosa, mandare tutti in galera o tutti a casa. Distruggere, non sapendo costruire.

Il copyright è del centrodestra, è bene non dimenticarlo. Vediamo la sola cronaca di ieri. Il ministro Gelmini ha mandato gli ispettori a controllare una lapide e una bandiera che la onora. Prestissimo, di domenica mattina. Deve essere andata così: insieme alla colazione ha letto il Giornale, ha visto che anche a Livorno - come ad Adro! Come ad Adro! - c’è una bandiera rossa all’ingresso di una scuola e con sprezzo del riposo festivo ha inviato i suoi uomini a controllare che in quel covo di comunisti «l’istruzione sia garantita in modo imparziale da qualsiasi orientamento politico». Gentile ministro. Il teatro San Marco di Livorno è un edificio storico in cui il 21 gennaio del 1921 Amedeo Bordiga ed Antonio Gramsci fondarono il Partito comunista. Quella lapide e quella bandiera lo ricordano. È un episodio storico che forse - sono certa che un ministro lo conosca nei dettagli - le dispiacerà, ma non si polemizza con la storia. In quello stesso isolato, da una via laterale, si accede all’asilo «L’alveare». Come potrà constatare dalla foto in copertina i bambini non passano sotto la lapide né sotto la bandiera: la facciata è pericolante, la strada transennata. Non ne saranno, i treenni, turbati. Certa di averla tranquillizzata, torno a chiederle se sia stato rimosso il lastricato con il sole delle Alpi della scuola di Adro di cui, solo dopo una settimana di proteste, ha chiesto conto al sindaco suo alleato di governo. Certa di una sollecita risposta, fosse anche nei giorni feriali.

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Data ultima modifica: 21 maggio 2014