REFERENDUM SOCIALI: SIAMO A QUOTA 170.000

Ricordiamo a chiunque volesse farlo che si può firmare per i referendum sociali anche recandosi al proprio Comune di residenza.

In tutti i municipi d’Italia sono stati inviati i moduli da riempire per i 6 quesiti referendari e la petizione popolare contro la privatizzazione dei beni comuni. È sufficiente recarsi nel proprio comune, muniti di documento di identità, per partecipare alla nostra campagna.

Ricordatevi però che i comuni dovranno riconsegnare al coordinamento i moduli compilati entro il 25 Giugno 2016 e quindi dovrete andare a firmare prima di tale data!

Luciano Canfora filologo classico, storico e saggista italiano

Don Ciotti firma per i referendum sociali a Villafranca Tirrena!

COMUNICATO STAMPA 13 maggio 2016

Due giorni di raccolta firme a sostegno dei “referendum sociali” su scuola, trivelle e inceneritori e per una petizione a difesa dell’acqua come bene pubblico: domani 14 maggio e domenica, 15 maggio, sindacati e comitati allestiranno “mille banchetti in tutta Italia” per il “Firma Day”, una mobilitazione generale che abbraccerà anche il movimento europeo Nuit Debout.

L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini e avvicinarsi alle 500mila sottoscrizioni necessarie per ciascuno dei sei quesiti referendari proposti. “Adesso siamo a quota 170mila per ciascuno dei sei quesiti referendari, un buon risultato che vogliamo migliorare questo weekend” ha affermato Pietro Bernocchi, portavoce dei Cobas, alla conferenza stampa di presentazione tenuta oggi a Roma.

“L’iniziativa – ha spiegato Bernocchi – è nata perché vogliamo dimostrare che in Italia le cose possono cambiare grazie ai movimenti sociali. Quando un governo è sordo, il referendum diventa importante. Questi quesiti mettono in discussione tutta la piattaforma liberista e non ci saranno problemi di quorum”. I referendum sociali, ha aggiunto Danilo Lampis dell’Uds, “sono una riscossa democratica”. “Non sono contro qualcuno – ha precisato Raffaele Salomone Megna della Gilda – ma per perseguire un diverso modello sociale, che è quello previsto dalla nostra Costituzione” e, come ha sottolineato Stefano d’Errico, Unicobas “dobbiamo contrastare il linguaggio di una politica spettacolo che si basa su slogan ad effetto e demagogici, come quello che il privato gestisce meglio i servizi del pubblico”.

“Crediamo che la legge 107, la “cattiva scuola” di Renzi, non sia una legge emendabile, ma abbiamo individuato 4 quesiti di cui intendiamo chiedere l’abrogazione” ha spiegato Marina Boscaino, Lip Scuola.

In particolare, i quesiti chiedono di abrogare le norme della riforma della scuola che riguardano il “potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e confermare i docenti e di scegliere chi tra loro premiare economicamente per il ‘merito’”; l’obbligo di almeno 200-400 ore di alternanza scuola-lavoro negli istituti secondari di secondo grado e lo school bonus. Sul versante ambientale, un quesito referendario mira a bloccare il piano per nuovi e vecchi inceneritori: “Lo smaltimento dei rifiuti è l’emergenza italiana – attacca Massimo Piras, del Comitato Sì Blocca Inceneritori – e il piano nazionale allo studio del governo prevede di costruirne altri 15 sul territorio. Si tratta di un business da 4 miliardi e mezzo di euro, favorito da un provvedimento puramente lobbistico. Con il nostro quesito puntiamo a bloccare il piano di nuove costruzioni e soprattutto a cancellare la classificazione degli inceneritori come infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale”.

Altro obiettivo, lo stop a nuovi progetti di perforazione ed estrazione di idrocarburi in Italia: “Oltre il 32% degli aventi diritto ha votato al referendum del 17 Aprile, non sono pochi. – dicono i promotori – E quello era un quesito parziale senza una campagna stampa amica. Questa volta miriamo a cancellare la possibilità di rilasciare licenze per nuove trivellazioni in terra e in mare, senza alcun vincolo”. Si raccolgono firme anche a sostegno di una petizione popolare per legiferare in materia di diritto all’acqua e di gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato: “Noi siamo dentro la campagna referendaria, nonostante non abbiamo un quesito specifico. – spiega Paolo Carsetti, del Forum Nazionale dei movimenti per l’acqua, promotore e vincitore del referendum del 2011 – Non ce l’abbiamo perché la manovra del governo, che ha cancellato qualsiasi legge sui servizi pubblici in attesa del testo unico del ministro Madia, rende impossibile anche individuare un quesito referendario. Ma proprio la direttiva Madia mira a sconfessare il risultato del referendum ed è questo che noi andiamo a contrastare”.


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Data ultima modifica: 23 maggio 2016