"La buona scuola" aperta anche d’estate: posizioni a confronto

Chiara Saraceno: sociologa

«Ormai nessuno fa più vacanze molto lunghe. Se va bene, una famiglia organizza, riesce a fare un paio di settimane. Ma, spesso, va male: e migliaia di giovani restano soli, abbandonati, in casa o, peggio, per strada». I nostri ragazzi, secondo voi, hanno troppe vacanze?

Siamo un Paese polveroso, pigro, pieno di preconcetti, incatenato all’antico… Eppure…». Ogni tanto circola qualche buona idea. «Le dirò: per me, tenere aperte le scuole d’estate è molto più di una buona idea. Io ci trovo proprio qualcosa di rivoluzionario».

Il ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, ci sta lavorando. Non se ne farà nulla, ovviamente, per quest’anno. Ma parlarne adesso, in pieno luglio, può aiutare a far comprendere meglio gli straordinari vantaggi del progetto.

(Quando il dibattito si fa moderno, Chiara Saraceno c’è: celebre filosofa e sociologa, importanti i suoi studi sulla famiglia, sulla questione femminile, sulla povertà e le politiche sociali. Mai scontata, non fa sconti; entra nelle polemiche e ci resta. Rigorosa,affilata, coinvolgente).

Allora: tenere aperte le scuole anche d’estate, ospitare ragazzi e ragazze, aiutare le famiglie che non possono andare in vacanza.

Ormai nessuno fa più vacanze molto lunghe. Bene che può andare, una famiglia organizza un paio di settimane. Ma, spesso, va male: e migliaia di ragazzi e ragazze restano soli, abbandonati, in casa o, peggio, per strada. Tenere gli istituti scolasti aperti, magari anche uno solo per quartiere, consentirebbe di organizzare una serie di attività… Penso a corsi di musica, di teatro, ma penso anche ad attività sportive e, perché no? alla possibilità di poter recuperare eventuali debolezze scolastiche, così da far risparmiare ai genitori i costi delle ripetizioni estive.

Tra l’altro, i nostri studenti delle scuole elementari e medie hanno periodi di vacanza lunghissimi. Tre mesi sono un tempo infinito.

Non è che facciano molte più vacanze in assoluto rispetto ai coetanei stranieri: le fanno, però, molto più concentrate. In Germania, ad esempio, i giorni di vacanza sono gli stessi, ma diluiti nel corso dell’anno.

Scuole aperte, va bene: ma con quali docenti? Con quelli che ci sono. Saranno anche pagati poco, ma sono pure l’unico settore professionale con due mesi di ferie….

un articolo di Fabrizio Roncone - IoDonna 09 07 2017

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Anief Associazione Professionale e sindacale

Ancora una volta parlare di scuola significa chiamare in causa le ferie dei docenti, troppo lunghe a parere di chi questo lavoro non lo svolge quotidianamente e non ne conosce le fatiche, le responsabilità e il logorio.

E a nulla vale che le statistiche pongono gli insegnanti italiani in basso alle classifiche in quanto a retribuzione. Peggio di noi solo la Grecia, ma per ovvi motivi.

Tra il 2005 e il 2014 lo stipendio degli insegnanti italiani ha perso il 7% di valore, a dirlo l’OCSE

Un affronto – commenta il sindacato Anief – rispetto al prezioso lavoro che continuano a svolgere con serietà e senso del dovere.

Eppure, a fronte di una situazione peggiorativa c’è ancora chi commenta il lavoro dei docenti con “hanno due mesi di ferie…”, come accade alla filosofa e sociologa Chiara Saraceno che, commentando su IoDonna il progetto di “scuole aperte d’estate” ne mette in luce la portata rivoluzionaria (“Penso a corsi di musica, di teatro, ma penso anche ad attività sportive e, perché no? alla possibilità di poter recuperare eventuali debolezze scolastiche, così da far risparmiare ai genitori i costi delle ripetizioni estive.”) ma il tutto deve essere a carico dei docenti che seguono gli studenti nel corso dell’anno scolastico.

A parte il discorso competenze in settori che non competono la didattica disciplinare, il problema è il rispetto della professione.

Sarebbe stato sicuramente gradito parlare almeno di un incentivo economico e di partecipazione volontaria ad un progetto del genere, e non liquidare la questione con

“Scuole aperte, va bene: ma con quali docenti?

Con quelli che ci sono. Saranno anche pagati poco, ma sono pure l’unico settore professionale con due mesi di ferie….”

Il Ministro Fedeli, con più realismo ha invece già scongiurato l’utilizzo dei docenti, affermando “ Non ci si può confondere parlando di scuola aperta d’estate, e chi lo fa conosce molto poco la scuola italiana. Non c’è solo l’anno scolastico, ci possono essere attività con associazioni o altri soggetti ma tutto questo non c’entra con la docenza. Quindi non ci saranno docenti in estate “.

Un articolo di Orizzonte Scuola.it


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Data ultima modifica: 14 luglio 2017