LOMBARDIA: ALLARME CGIL "Insegnanti e bidelli non bastano"


- A settembre nelle classi lombarde di ogni ordine e grado entreranno quattromila alunni più di quelli che si contavano l’anno scorso, ed erano già cinquemila in più dell’anno prima. Perché in Lombardia, in controtendenza rispetto al dato complessivo del Paese, la popolazione scolastica aumenta: nel 2016/17 il rapporto era di 21,95 alunni per classe, inferiore solo a quello dell’Emilia Romagna, ricorda Tobia Sertori della Flc Cgil lombarda. E, denuncia, il personale scolastico, sia docenti che amministrativi, tecnici e ausiliari definiti con la sigla Ata, non aumenta di conseguenza:

"Da anni la Lombardia soffre rispetto all’assegnazione degli organici alle scuole da parte del Ministero, che non corrisponde all’incremento degli alunni e, per l’ennesimo anno, non consente di rispondere alle continue richieste di istituzione di nuove scuole e sezioni dell’ infanzia, non permette nuove classi a tempo pieno nella scuola primaria, non riduce il numero di alunni per classe (spesso superiore al massimo previsto dalla norma) e rende impossibile istituire nuove classi".

Altra nota dolente il sostegno agli alunni disabili: "Rispondere alla sentenza della Corte costituzionale significa assicurare un rapporto alunni/docenti di uno a uno per i casi gravi, con un rapporto complessivo di un insegnante ogni due alunni. Parametro, il secondo, in ogni singola scuola in assenza di deroghe". Non basta: anche nelle stabilizzazioni in ruolo, cioè nel numero di contratti a tempo indeterminato assegnati dal Ministero, la Cgil registra lo "squilibrio" rispetto ai posti vacanti, all’incremento degli alunni e alla distribuzione nazionale. Questo, chiarisce Sertori, "significa coprire i restanti posti ancora con numerose supplenze". E non va meglio nel caso del personale Ata: "Per l’anno scolastico 2017/2018 risulta addirittura inferiore rispetto all’organico di fatto presente oggi nelle scuole"»

La prossima settimana, annuncia la Cgil, ci sarà un incontro all’Ufficio scolastico regionale e "chiederemo ulteriori posti di Ata per evitare di mettere a rischio il regolare servizio nelle scuole per quanto riguarda la gestione amministrativa-contabile, l’assistenza e la sorveglianza degli alunni". Intanto, chiosa il sindacalista, "un nuovo anno scolastico si apre con molte criticità determinate da scelte politiche sbagliate che si ripercuotono da troppo tempo sulla scuola. Manca una visione complessiva del sistema scuola, mentre si affastellano interventi singoli ad ogni cambio di ministro o Governo. La scuola pubblica è un bene comune, non appartiene a nessuna parte. Ma è la politica che ne determina la funzionalità o il declino".

Milano, 19 agosto 2017 Il Giorno


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Data ultima modifica: 23 agosto 2017