LETTERA AI DIRETTORI DEI TG

Cari/e Direttori/e,

ieri a Roma pioveva, ma noi non ce ne siamo accorte. In più di 150.000 abbiamo manifestato, su iniziativa del movimento femminista “Non una di meno”.

Ma voi, di noi, vi siete accorti?

Della grandezza di quella manifestazione, della sua rilevanza politica, della sua potenza, della sua capacità di mobilitare una marea di persone, nella stragrande maggioranza donne, che hanno sentito liberamente e profondamente di scendere in piazza, vi siete resi conto? Non sembrerebbe.

Certo, ne date notizia, ma solo pochissimi tra di voi la pongono come prima notizia, come fatto centrale della giornata. Gli altri, la maggior parte, scrivono, en passant, migliaia di donne in piazza, tanti palloncini, teste canute ma anche giovani, e via, si passa ad altro.

Mentre, nel mondo, in questo buio periodo storico di maschi al governo di metà dell’Occidente spinti dalla risacca di un patriarcato ormai allo stremo, ma proprio per questo più pericoloso e violento, le donne sono le uniche a scendere in piazza, a protestare, a dare vita a dissensi e possibilità di alternative, in Italia ancora non contiamo, almeno nei vostri racconti, nei vostri giornali. Se contiamo, è come categoria.

Noi non siamo una categoria, siamo costitutive dell’umanità. Non siamo portatrici di palloncini e non siamo folklore. Siamo la voce principale del dissenso. Si parla sempre, o comunque tanto, di noi in relazione alla violenza che subiamo. Ma la cancellazione di noi nel racconto, nelle cronache, è già violenza.

Questa irrilevanza di fondo attraverso la quale come una lente voi date notizia di noi non corrisponde alla realtà ed è anche un grave errore politico. Spesso, a forza di vederci riflesse nello specchio rimpicciolente che continuamente voi ci porgete ci convinciamo noi stesse della nostra irrilevanza. E’ vero, accade, ed è un lavoro continuo che tutte dobbiamo fare per convincerci della nostra forza e del nostro valore. Da lì inizia, prima di tutto, la lotta contro la violenza degli uomini sulle le donne.

Dall’autostima. Come scrive Alda Merini, “Dovrei chiedere scusa a me stessa per non aver creduto di essere abbastanza”.

Capita a tutte. Ma ieri no, ieri a Roma pioveva, ma noi non ce ne siamo accorte. Spinte da una forza grandissima che non si ferma, eravamo una marea. Ieri abbiamo visto ragazze forti, che non si fanno mettere a tacere e che sanno di valere. Che sanno di essere il mondo e che vogliono governarlo. Questa era, ieri, la notizia. E lo è ancora oggi.

Se Non Ora Quando Factory 26 11 2018


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Data ultima modifica: 1 dicembre 2018