CUNEO: Saluto romano a scuola

Saluto romano al liceo: gli studenti sospesi studieranno le storie dei migranti e la Resistenza

L’episodio in una scuola superiore di Cuneo: il gesto ripreso dai compagni e pubblicato su WhatsApp. La preside li ha anche invitati a visitare il sacrario degli alpini e una comunità

È accaduto a febbraio, in un’aula del liceo «De Amicis» di Cuneo. Durante l’intervallo, quattro alunni minorenni, in fila orizzontale, uno dopo l’altro fanno il saluto romano davanti a un manifesto di «Lager SS».

Una mostra fotografica sui deportati politici nei campi di sterminio, e che la scuola ospita nell’Aula Magna, per la «Settimana della Memoria».

L’insegnante non c’è. Nel compiere il gesto, in sequenza, i ragazzi si guardano tra loro. Sorridono. Tutto dura pochi secondi. Ma qualcuno riprende con il cellulare, il video inizia a girare su WhatsApp e finisce alla preside, Mariella Rulfi. Che, sentito il Consiglio di classe, ottiene il via libera per una «punizione esemplare».

Sei giorni di sospensione (che non dovrebbero pregiudicare l’anno scolastico), ma gli studenti non li faranno a casa. Seguiranno un percorso educativo di «riabilitazione».

E riflessione. La prima tappa giovedì, con la visita all’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, per discutere con gli operatori sul dramma della 2ª Guerra mondiale, le leggi razziali, l’olocausto, la campagna di Russia.

Ieri, seconda tappa alla comunità Emmaus di Boves, per conoscere sia l’attività di recupero dei rifiuti e riutilizzo del materiale usato, sia e soprattutto le iniziative di impegno sociale e solidarietà a favore degli «ultimi».

Lunedì, è previsto un incontro in un centro cuneese di accoglienza straordinaria di migranti richiedenti asilo. Il provvedimento disciplinare dovrebbe continuare con la visita al Sacrario della Madonna degli Alpini sulla collina di Cervasca, luogo simbolo per le «penne nere» di tutta Italia, e con altre attività a scuola sulle tematiche dell’inclusione, della tolleranza e dell’impegno civile. Dal liceo De Amicis, nessun commento o dichiarazione: «Grazie, ma non vogliamo pubblicità».

Un articolo di Matteo Borgetto - La Stampa 06 04 2019

Data ultima modifica: 9 aprile 2019