Limonta, l’assessore maestro: "Non metteròi bambini dentro il plexigas"

Milano è già pronta a nuove proteste dopo l’annuncio delle misure per garantire il distanziamento che potrebbero ridisegnare la scuola da settembre.

Il primo a inalberarsi è Paolo Limonta, assessore all’Edilizia scolastica, oltre che maestro di scuola elementare di lungo corso. Con un post su Facebook ha raccolto centinaia di apprezzamenti:

"Sento e leggo proposte che prefigurano una scuola in presenza, ma distante. Ben oltre il metro imposto dalle disposizioni sanitarie. Una scuola dove bambini e ragazzi, ancora una volta, sono spettatori passivi e non protagonisti. Una scuola vecchia e stanca che, ancora una volta, non trae insegnamento dalle situazioni che si verificano, ma riprende sempre dagli stessi punti. Sbagliati e assolutamente inefficaci. Io non ci sto. Io continuo a lottare per una scuola aperta, centro vitale dei territori, ricca di cuore e passione. Io voglio una scuola sconfinata. Io non mi farò rinchiudere in un contenitore di plexiglass. E, soprattutto, non consentirò mai che ci vengano rinchiuse le mie bambine e i miei bambini". Molti genitori e insegnanti gli accordano fiducia. "Io piuttosto le bambine a scuola in queste condizioni non le mando", dice Isabella Accenti, mamma di Giulia e Gaia, 5 e 7 anni.

Limonta a voce aggiunge che da assessore sta facendo "mappare edifici scolastici all’interno e all’esterno, considerando spazi chiusi e aperti da eventualmente usare. Dobbiamo verificare possibilità di sponsorizzazioni anche per creare magari con prefabbricati estensioni dell’area scolastica e arrivare all’inizio delle lezioni con gli spazi necessari". Ma prima di questo serve "chiarezza medico scientifica che dica se è necessario per bambini mettere mascherine e tenere la distanza di un metro, e da quale età. Io vorrei sentire dalla ministra dell’Istruzione due parole: organici pieni anche per il sostegno e risorse economiche, che non possono essere i 38 mila euro dati a ogni dirigente scolastico per garantire apertura scuole anno prossimo".

Richieste sulle quali è d’accordo anche Maddalena Fragnito, portavoce comitato Priorità alla scuola che ha manifestato nei giorni scorsi: "Più che su queste curiose ipotesi che vengono fatte, noi a Milano stiamo informandoci sui test pungidito che sono molto veloci e non invasivi. La scuola si faccia presidio informativo e sanitario della Lombardia, anche ripristinando l’infermeria all’interno dei plessi, una pratica imprescindibile di cura". Nel comitato molto si dibatte di questi temi con i genitori preoccupati per la ripartenza di settembre: "La lettura della sicurezza sta prendendo una direzione un po’ strana, la questione degli spazi è strutturale e non può rispondere all’emergenza. Noi saremmo ben contenti se ci fosse un piano straordinario, ma qui si deve riprendere da settembre per tutti, in continuità, in presenza e in sicurezza, nell’ottica della prevenzione, non con escamotage che produrranno solo altre diseguaglianze".

Intervista di Zita Dazzi - La Repubblica 06 06 2020

Data ultima modifica: 6 giugno 2020