Liceo Virgilio: gli studenti non sono "sdraiati"

Le Scuole Popolari NonUnodiMeno sono ormai presenti sul territorio milanese da oltre dieci anni.

Qui le immagini della PREMIAZIONE per il Decimo Compleanno:

http://www.nonunodimeno.net/ecrire/?exec=articles&id_article=6071

Il Progetto delle Scuole Popolari NonUnodiMeno al Liceo Virgilio:

https://www.liceovirgiliomilano.edu.it/progetto-scuola-popolare-nonunodimeno/

Qui un altro esempio dell’Associazione Terrenuove

Milano: città umanamente straordinaria. Entri in una scuola e scopri - per caso - una realtá come questa, che senza clamori va avanti.

In un’aula, ragazzi del liceo dopo le lezioni aiutano un gruppo di minori stranieri non accompagnati reduci da spaventosi viaggi, che si preparano all’esame di terza media.

Bravi ancora una volta, questi adolescenti - per smontare il luogo comune che li vorrebbe soltanto "sdraiati".

*** Venerdì pomeriggio, subito dopo le lezioni. Una quindicina di ragazzi del terzo e quarto anno del liceo Virgilio escono dalle diverse classi e si radunano in un’unica aula. Poco dopo arrivano loro: minori stranieri non accompagnati arrivati a Milano dall’Africa, in barcone, affidati al Comune, inseriti nelle comunità e adesso in procinto di affrontare l’esame di terza media.

“Ogni venerdì pomeriggio li aiutiamo noi a prepararsi”, dice con fare orgoglioso Anna, e si prende sottobraccio Mahmoud, arrivato a sedici anni dalla Guinea. Si siedono al banco, uno di fronte all’altra. Lei ha una pazienza infinita, lui – treccine e italiano già buono - studia il Medioevo. Di fianco ci sono la biondissima Sofia, sedici anni, con Ichob, dalla Tunisia, arrivato dieci mesi fa da solo: senza genitori né parenti né amici. “Sogna di fare lo chef e un giorno mi preparerà un piatto del suo paese”, sorride. Lui abbozza: “Non sono ancora capace…”.

In fondo serve anche a rassicurare e infondere fiducia, questo progetto di supporto ai ragazzini stranieri reduci da viaggi spaventosi. Attraverso l’esame di terza media cercano di costruirsi un futuro un po’ migliore, “ci devono credere, noi con loro - interviene Alem, che a sua volta non ha avuto un inizio di vita facile e a quattro anni è stata adottata dall’Etiopia -. Farsi una nuova vita è possibile”. Annuisce al banco di fronte a lei Mohammed, dal Marocco: “Sono venuto in Italia per farmi grande”, dice con un italiano ancora da migliorare. Carolina, altra studentessa del Virgilio, è per metà filippina e per metà italiana e con Lahad imposta la tesina che gli chiederanno all’esame: “Facciamola sull’Egitto, il tuo Paese”, suggerisce al compagno. E si mettono a pensare collegamenti con tutte le materie, lei gli disegna su un foglio uno schema pieno di note. Lui è grato a dir poco, ma l’aria che si respira in quella stanza è piuttosto di uno scambio alla pari, dove gli studenti del Virgilio – molti del corso di Scienze umane – imparano tanto quanto gli altri. “Un progetto simile, così strutturato e di lungo periodo, non esiste altrove a Milano. Ma l’adolescenza è l’età in cui la generosità meglio si apprende”, è convinta Elga Quariglio, operatrice dell’associazione Terrenuove che supervisiona il lavoro e di volta in volta forma le “coppie”.

“Chi è bravo nelle equazioni, che Sarkel ha bisogno di ripassare quelle?”, chiede, e subito si fa avanti Martina. L’orgoglio è del vice preside Mario Secone: “Tutte le volte che posso mi fermo ad oltranza, il venerdì pomeriggio, e li osservo – dice -. Mostrano una dedizione inimmaginabile. Paiono non stufarsi mai di spiegare a ragazzi, in fondo poco più piccoli di loro.

E’ un rito ormai, e a questi allievi regala l’attesa di un appuntamento fisso. Ha presente il Piccolo principe, quando la volpe gli spiega <>? Ecco, siamo in questa situazione. La gioia di legarsi un po’, incontro dopo incontro”.

Post di Elisabetta Andreis 20 05 2019

Data ultima modifica: 25 maggio 2021