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IL TURISMO DEI DIPLOMIFICI. POCHI GIORNI DI FREQUENZA PER UNA MATURITÀ FACILE. IN CAMPANIA IL RECORD DEGLI ISCRITTI IN QUESTE PARITARIE : IL 90%
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...Mandereste vostro figlio a fare la maturità in una scuola tanto al chilo ?
Eppure così appaiono certi istituti paritari denunciati in un dossier di Tuttoscuola. Una rete di diplomifici che sfornano ogni anno migliaia di « titoli » buoni per i concorsi pubblici e si vantano online di « rilasciare certificati in media in un giorno » e di « irradiarsi in tutta la penisola con centri di ascolto » e di scansare perfino l’obbligo più ovvio : quello di frequentare almeno una parte delle lezioni. Alla faccia del « merito ».
Sia chiaro : il rapporto « Maturità : boom dei diplomi facili » (frutto d’un lavoro capillare sui numeri ufficiali e in uscita oggi a ridosso dei risultati sugli esami di maturità appena pubblicati dal ministero regione per regione) non fa nomi. E il direttore Giovanni Vinciguerra si rifiuta di puntare l’indice su questo o su quell’istituto : « È il sistema con le sue regole a consentire storture indecenti ».
Incrociando i dati e le « promesse » contrattuali offerte sul mercato agli aspiranti diplomandi, però, sul web si trova di tutto. Compresi indirizzi che si sdoppiano e si moltiplicano e rimandano nelle « street view » di Google map a sgarrupate periferie metropolitane, orrendi « bassi » popolari e talora vere e proprie catapecchie : muri scrostati, grondaie arrugginite, mattonelle divelte, spiazzi ingombri di sterpaglie.
Guai a fare d’ogni erba un fascio : la larga maggioranza delle « paritarie » italiane, quattro quinti, è estranea allo spaccio di attestati. I diplomifici, però, ci sono. Al punto di dar vita addirittura a fenomeni di « turismo diplomante ».
E sono riconoscibili per una caratteristica : hanno pochi o pochissimi studenti iscritti fino alla vigilia della prova finale per il pezzo di carta utile per i concorsi pubblici e poi iscritti che miracolosamente si moltiplicano tra il quarto e il quinto anno. Un’impennata che nell’ultimo anno scolastico è arrivata a uno stratosferico +166%. Con punte paradossali.
🔴Un esempio ? Quello di un istituto « passato da 11 iscritti in quarta a 296 l’anno dopo in quinta » : ventisette volte di più. Tutto « normale » ?
🔴« Un altro istituto ha complessivamente avuto negli ultimi sei anni soltanto 31 studenti iscritti al quarto anno, diventati in tutto 1.083 al quinto con un incremento di 1.052 iscritti nel sessennio (+3.194%) ».
🔴Un altro ancora partito da 138 è salito nello stesso periodo, sempre per il 5° anno, a 1.388 :
🔴« Ipotizzando una retta media di 5 mila euro, i ricavi di questo istituto solo per le iscrizioni al 5° anno sfiorerebbero in sei anni i 7 milioni ».
In realtà, come dicevamo, il fenomeno riguarda sì migliaia di persone più o meno giovani appartenenti all’Italia intera e disposte a farsi anche centinaia di chilometri e un po’ di giorni in trasferta (spostamento del domicilio incluso !) per « frequentare » almeno in minima parte le scuole cui si sono iscritte. Ma queste scuole accuratamente scelte per ottenere la benedetta pergamena sono 92.
Una quota minore (il 6,5%) delle 1.423 « paritarie » che portano gli studenti all’esame di maturità. Ma concentrata in una roccaforte : « Il 90,5% dei 10.941 nuovi iscritti sono in istituti paritari della Campania. Il 6,3% in istituti del Lazio. Il 3,2% in istituti della Sicilia. Stop : nessuno è localizzato in altre regioni d’Italia ».
In pratica, su oltre un centinaio di province italiane quei 92 « paritari » sono concentrati in nove : tutte quelle della Campania più quelle laziali di Roma e Frosinone e quelle siciliane di Palermo e Agrigento ».
Sintesi finale : su 356 « paritari » in Campania quelli finiti nel dossier sono 82. Quasi uno su quattro. Un’enormità.
Una progressione inarrestabile : dal 2015/16 fino a questo anno scolastico « l’incremento di iscritti a livello nazionale nelle paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori è stato di 166.314 ». Oltre 105 mila in Campania, gli altri in tutte le altre regioni messe insieme. Un caso ?
Dice il Dpr 122/2009 che « ai fini della validità degli anni scolastici, compreso l’ultimo anno di corso (…) è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale ». Ma in realtà « in base a quanto risulta da contratti per l’iscrizione nella scuola visionati da « Tuttoscuola », in molti casi sono esplicitamente previste nel corso dell’anno scolastico trasferte di 48-72 ore presso l’istituto dove si svolgerà l’esame finale per un numero di visite che si conta sulle dita di una mano ».
Un weekend ogni tanto…
« La violazione di legge sulla frequenza per almeno tre quarti dei giorni di lezione messa in atto quasi sempre dagli istituti in odore di diplomificio è la loro carta vincente verso la clientela ».
Pronta a pagare, stando ai tariffari on-line, « una cifra compresa tra i 1.500 e i 3.000 euro, più una tassa d’iscrizione che va da 300 a 500 euro. Per gli esami di idoneità, il prezzo varia tra i 1.500 e i 3.000 Euro. Per il diploma di maturità la retta media è 2.500-4.500 Euro. Ma ci sono casi in cui si arriva a 8.000 o addirittura a 10.000... »
E lo Stato che fa ? Boh... « Sembra abbia rinunciato alla lotta contro i diplomi facili, azzerando o quasi i controlli ».
Due numeri : negli anni 90 gli ispettori che facevano le verifiche « erano 696. Ne sono rimasti in servizio solo 24. Alcuni prossimi alla pensione. Ai quali si aggiungono 59 dirigenti tecnici con incarichi triennali che dovrebbero vigilare su circa 8 mila istituzioni scolastiche statali e circa 12 mila paritarie.
Ottantatré ispettori per 20 mila scuole… Nel Regno Unito gli ispettori sono circa 2 mila (inclusi quelli part-time), in Francia circa 3 mila ». Auguri...
Perché non ne assumono ? Una parola : « Il penultimo concorso è stato nel 1989 ; il successivo iniziato nel 2005 si è concluso nel 2014. Infine il nuovo concorso ha mosso i primi passi nel 2019 e ad oggi non è stato ancora bandito ». Due concorsi in 34 anni. Prova provata che l’andazzo non scandalizza poi più di tanto.
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(Fonte : Corriere della Sera)
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