ITALIA PAESE DI ANALFABETI FUNZIONALI : 1 ADULTO SU 3 NON COMPRENDE TESTI BREVI
Il 35% degli italiani adulti non è in grado di capire testi che non siano una lista della spesa e di valutare dati e statistiche. E i dati su come affrontiamo e risolviamo i problemi ? tra i peggiori dei 31 paesi OCSE. In media l’Italia tra gli ultimi 11 paesi con risultati al di sotto della media. E dal 2013 non siamo migliorati neanche un po’.
Più di un terzo degli italiani che lavorano tra i 16 e i 65 anni non è in grado di comprendere testi articolati, di fare calcoli complessi, analizzare le informazioni statistiche, valutare i tassi e risolvere problemi che presentano molteplici passaggi o variabili. E così gli italiani hanno performance e competenze cognitive inferiori alla media dei Paesi Ocse. È quanto emerge dall’indagine sulle Competenze degli Adulti 2023 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico relativa che a distanza di 10 anni - l’ultimo rilevamento risale al 2013 - ha svolto un indagine in 31 Paesi. In Italia è stata realizzata dall’INAPP su incarico del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Da allora nel Belpaese le cose sono peggiorate.
Le competenze misurate dall’organo sovranazionale sono cruciali perché consentono alle persone di affrontare in modo adeguato la vita quotidiana e di partecipare pienamente all’economia e politica della società. Ci si riferisce alle capacità di lettura e comprensione di testi scritti (dominio cognitivo della literacy), alle capacità di comprensione e utilizzo di informazioni matematiche e numeriche (dominio cognitivo della numeracy) e alle capacità di raggiungere il proprio obiettivo in una situazione dinamica in cui la soluzione non è immediatamente disponibile (dominio cognitivo del adaptive problem solving).
Ebbene i dati italiani sono impietosi : gli adulti dai 16 ai 65 hanno ottenuto, in media, 245 punti in literacy, 244 punti in numeracy e 231 punti in adaptive problem solving, numeri inferiori alla media degli altri Paesi. I risultati medi nel 2023 sono rimasti invariati e non sono migliorati neanche dello zero vigola, rispetto al 2012 per quanto riguarda literacy e numeracy, sottolinea l’Ocse facendo riferimento alla prima Indagine sul tema, risalente a 10 anni fa.
In literacy, il 35% degli italiani ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1, il che significa che hanno una ridotta competenza nel capire un testo scritto che sia più di soggetto, verbo e complemento. La media OCSE è del 26%. Gli adulti che si posizionano al livello 1 sono in grado di comprendere solo testi brevi ed elenchi organizzati, quando le informazioni sono indicate chiaramente, e possono individuare informazioni specifiche e identificare collegamenti rilevanti all’interno di un testo. Le persone che non hanno raggiunto il livello 1 sono in grado di comprendere, al massimo, frasi brevi e semplici. All’estremità opposta, il 5% degli adulti - mentre la media OCSE più del doppio, arrivando al 12% - ha ottenuto un punteggio di livello 4 o 5 in literacy e sono considerati high performer. Questi italiani sono in grado di comprendere e valutare testi articolati e lunghi su più pagine, cogliere significati complessi o nascosti e utilizzare le competenze pregresse per comprendere i testi e completare i compiti.
In numeracy, sempre oltre 1 italiano su 3, ovvero il 35% degli over16 ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1. Mentre la media OCSE è di 1 su 4, il 25%. Gli italiani che si posizionano al livello 1 sono in grado di fare calcoli di base con numeri interi o con il denaro, comprendere i decimali e identificare ed estrarre singole informazioni da tabelle o grafici, ma possono avere difficoltà con compiti che richiedono più passaggi (ad esempio risolvere una proporzione). Le persone che ottengono risultati al di sotto del livello 1 sono in grado di sommare e sottrarre numeri piccoli. Gli adulti di livello 4 o 5 sono gli high performer che in Italia si fermano al 6% in Italia, mentre la media OCSE ci doppia con il 14% di persone tra i 16 e i 65 anni che sono in grado di calcolare e comprendere tassi e rapporti, interpretare grafici complessi e valutare criticamente le informazioni statistiche.
Gli italiani faticano anche nel problem solving adattivo (Adaptive Problem Solving – APS), dove quasi la metà, il 46% degli adulti, ha fallito nella risoluzione di problemi quotidiani. Mentre la media OCSE è del 29%. Gli adulti che si posizionano al livello 1 sono in grado di risolvere problemi semplici con poche variabili e poche informazioni non rilevanti, che non cambiano man mano che si procede verso la soluzione. Hanno difficoltà con problemi che presentano più passaggi, o quelli che richiedono il monitoraggio di più variabili. Gli adulti che ottengono risultati al di sotto del livello 1 sono in grado di risolvere solo problemi molto semplici, in genere quelli che possono essere risolti con un solo passaggio. Circa l’1% degli adulti mente la media OCSE è notevolmente superiore con 5% che ha ottenuto un punteggio di livello 4. Questi adulti hanno una comprensione più approfondita dei problemi e nella risoluzione sono in grado di adattarsi a cambiamenti inaspettati, anche se richiedono una significativa rivalutazione del problema.
Sui risultati del Belpaese pesano gli ampi divari interni determinati principalmente dal territorio, dall’età anagrafica dal livello di istruzione e dal genere. I residenti nel Nord e nel Centro d’Italia riescono spesso a raggiungere punteggi di competenza pari a quelli della media Ocse, al contrario di quanto accade nel Mezzogiorno che presenta valori sempre significativamente inferiori alla media italiana e conseguentemente a quella Ocse. Le persone di 55-65 anni mostrano i valori di competenza più bassi opponendosi ai giovani di 16-24 anni. Gli adulti con titoli di studio pari o inferiori alla licenza media raggiungono punteggi di competenza nettamente inferiori alle persone che hanno investito in istruzione completando percorsi terziari. Nelle capacità di comprensione e utilizzo di informazioni matematiche e numeriche le donne sono ancora lontane dagli uomini.
L’indagine offre quindi la possibilità di individuare in modo chiaro dove il Paese dovrebbe intervenire per migliorare i livelli di competenza della popolazione adulta. Questo valeva anche dopo il report 2013, e in 10 anni il sistema Paese non ha lasciato fermi solo gli stipendi.
Un articolo su Avvenire 12 12 2024