VIVA IL PRIMO MAGGIO ! PERCHE’ E’ NECESSARIO NARRARNE LA STORIA A BAMBINE E BAMBINI, RAGAZZE E RAGAZZI
Il primo maggio è l’unica festa laica comune a quasi tutti i paesi del mondo. I modi con cui lo si festeggia sono stati tuttavia sempre assai diversi : ci sono stati e ci sono paesi (fascisti) in cui a festeggiarlo si rischiava la galera, ci sono stati e ci sono altri paesi (comunisti) in cui questa giornata è stata trasformata in occasione per parate di regime. Ci sono poi paesi (smemorati), in cui non si ha alcuna cognizione della sua origine.
Poi ci sono gli Stati Uniti, che sono tra le pochissime nazioni in cui il 1° maggio è un giorno come tutti gli altri, nonostante fu proprio nelle strade di Chicago, nel maggio del 1886, che prese fuoco una dura e lunga lotta per la riduzione dell’orario di lavoro che è all’origine di questa data simbolica.
“8 ore in fabbrica, 8 ore di riposo e 8 ore per noi”, chiedevano gli operai. Ci furono scontri con la polizia, una bomba e sparatorie della polizia contro una manifestazione di lavoratori. Un attivista anarchico, accusato di avere organizzato gli scioperi e la sommossa, prima d’essere impiccato gridò :
“Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte !”
Quel silenzio è difficile ora ascoltarlo, perché nessuno racconta di quei giorni. E’ stato certo un abbaglio discutere di “fine della storia” dopo la caduta del muro di Berlino, ma la Storia come struttura portante nell’organizzazione delle conoscenze e nella trasmissione di valori di riferimento da condividere, si è drasticamente affievolita e a scuola facciamo un grande sforzo, non tanto nel proporre lo studio della Storia, quanto nel rintracciarne il senso.
Da oltre quarant’anni la fatica della memoria, che è poi l’impegno della cultura a collocare e approfondire le narrazioni dei fatti, è spesso irrisa. La memoria collettiva, la memoria che si tramanda di generazione in generazione, si è conseguentemente avvilita. Siamo di fronte ad una diffusa afasia familiare riguardo al racconto di storie del passato.
Difficilmente oggi i genitori pensano che nell’educazione dei figli sia utile fare rifermento alla storia e che date come il 1° maggio, il 25 aprile o il 2 giugno abbiano a che vedere con il modo in cui è organizzata la società oggi, di cui molti lamentano a ragione le insufficienze, ma pochi ricordano le fondamentali conquiste su cui si fonda.
Per provare a contrastare questa tendenza alla semplificazione e all’oblio, anni fa pubblicammo, a cura dell’Istituto comprensivo di Attigliano e Guardea, un Diario scolastico in cui le pagine delle feste, invece d’esser vuote o assenti, raccoglievano racconti e narrazioni che illustravano la loro origine e la loro importanza.
Sia le feste laiche che quelle cristiane e di altre religioni, costituiscono infatti un repertorio antropologico stratificatosi nel tempo, che molto racconta del bisogno umano di dare senso e spessore alla storia, alla Storia lunga, alla Storia grande e alle innumerevoli storie minute, dentro le quali viviamo spesso senza accorgercene.
Vale la pena non dimenticarci mai di raccontare a bambine e bambini, ragazze e ragazzi perché in certi giorni si resta a casa da scuola, perché quelle narrazioni, oltre a essere spesso molto belle, ci raccontano cose importanti di noi.
Un articolo di Franco Lorenzoni - maestro 01 maggio 2025