Dubai, la canadese Maggie MacDonnell è la miglior insegnante del mondo

DUBAI - Maggie MacDonnell, canadese di 37 anni, vive in mezzo ai ghiacci, in un piccolo villaggio del Quebec raggiungibile solo in aereo, perso nella tundra. E lei la miglior professoressa del mondo. Ha vinto il ’Premio Nobel’ per il miglior professore 2017 assegnato dalla Fondazione Varkey durante il global forum per l’educazione che si è svolto a Dubai.

Un milione di dollari in palio che spenderà per il popolo inuit, perché i ragazzi abbiamo un futuro. Da sette anni Maggie con passione e cocciutaggine combatte in questo spicchio di mondo segnato da isolamento, sradicamento culturale, tra droga, alcol, alti tassi di suicidio giovanile e maternità precoci. Lavora perché i giovani studino, riconquistino la loro dignità perduta di popolo colonizzato, sfruttato per anni. E si inventino un futuro che gli somigli. "Perché loro sono la soluzione non il problema" dice convinta. "I tuoi studenti sono la vera aurora boreale", ha detto il suo premier Justin Trudeau congratulandosi via video.

Più di ventimila i concorrenti dai cinque angoli del mondo hanno partecipato al concorso organizzato sotto il patrocinio del primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, Rashid Al Maktoumra. Tra i cinquanta finalisti anche l’italiano Armando Persico, passione per Goethe e solide radici bergamasche, che insegna da un quarto di secolo economia aziendale e materie giuridiche negli istituti tecnici lombardi prima all’Imiberg di Bergamo e ora all’Ikaros. Dall’Italia è arrivata anche Annamaria Barenzi, insegnante agli Spedali civili di Brescia, vincitrice della prima edizione del premio italiano dedicato ai docenti.

Maggie MacDonnell ha dovuto superare la concorrenza di professori come il brasiliano Wemerson da Silva, che con passione e senso civico è riuscito a trasformare la peggior scuola della sua cittadina, Nova Venezia nello Stato di Santo Spirito, nella migliore, dove i ragazzi, fino ad allora con davanti solo la scelta tra droga e malavita, hanno migliorato i loro risultati scolastici. E non solo, si sono impegnati per la comunità, per rendere migliore la vita dei loro concittadini afflitti da problemi idrici dopo l’inquinamento del fiume da parte delle industrie. Con il loro professore hanno inventato e installato un filtro per rendere l’acqua utilizzabile nelle campagne e potabile.

Storie di umanità e passione unita alla tecnologia applicata, come lo spagnolo David Calle, insegnante di matematica. Dopo la crisi del 2011 aveva visto studenti in difficoltà perché i loro genitori avevano perso il lavoro. Ha così creato video su Youtube per aiutare gli alunni, gratuitamente, a capire, ad approfondire. "Pensavo mi guardassero i miei venti studenti nella accademia dove insegno". Invece le sue lezioni semplici e coincise hanno avuto 30 milioni di visualizzazioni da tutto il mondo. Lezioni casalinghe, girate da solo nella sua soffitta di casa.

Storie al femminile come Salima Begum, pakistana, che si batte perché le famiglie mandino a scuola anche le ragazze o la cinese Boya Yang psicologa e docente che ha realizzato un centro per aiutare teenagers in difficoltà, creando una rete di professionisti che hanno fatto lezioni anche in prigione raggiungendo 50mila tra ragazzi e adulti.

Dal Kenya il danzatore Michael Wamaya, nella bidonville di Kibeira a Nairobi insegna in una accademia di danza dove oltre alle classiche materie, bambini e adolescenti con povertà e famiglie difficili alle spalle, ritrovano orgoglio, passione, un motivo per non delinquere, un obiettivo per non trovarsi madri a dodici anni. E da questa scuola tanti sono riusciti ad andare al college.

Dal Canada all’Inghilterra, dall’Australia alla Jamaica di Tracy-Ann Hall, docente di meccanica dopo aver superato la barriera della dislessia, lavora con impegno ed entusiasmo sotto lo sguardo inizialmente stupito degli studenti maschi. Capace di trasformarli, da studenti distratti e con voti bassissimi, in allievi modello. E poi Raymond Chambers, inglese, professore di computer per caso, che ha condiviso con un blog le sue esperienze e lezioni con altri professori, per poi creare un canale Youtube che ha avuto 250mila visualizzazioni.

Marie Christine Ghanbari, Germania, docente di matematica scienza e sport, lavora per accrescere l’autostima dei ragazzi usando azione, sport, momenti comuni che hanno migliorato le giornate a molti piccoli rifugiati aiutandoli ad integrarsi nella società tedesca. E infine Ken Silburn, Australia, docente di scienze che ha collaborato a progetti Nasa in India. Nato in una famiglia di modeste condizioni economiche è riuscito a trasformare i suoi allievi con origini difficili, in studenti che hanno conquistato borse di studio all’università e vinto al Campionato internazionale australiano di scienze.

Un articolo di Caterina Pasolini - La Repubblica 19 03 2017


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Data ultima modifica: 24 marzo 2017