UNIVERSITA’ DI TRENTO: AULA INTITOLATA ALLA PRIMA DONNA LAUREATA

Storia di Elena, prima donna con la laurea

Cornaro Piscopia fu la prima donna al mondo a laurearsi Era il 1678. Ora l’Università di Trento le dedica un’aula

Corriere del Trentino21 Apr 2017Bontempo

Martedì 9 maggio l’università di Trento intitolerà l’aula 421 del dipartimento di Lettere a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo nel 1678. La straordinaria storia della nobile veneziana è venuta a galla grazie anche a Maria Cristina Bartolomei, docente di Filosofia morale e Filosofia della religione all’università di Milano, che spiega la sua storia.

In Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie, caso editoriale del momento, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646-1684) non c’è. Eppure la sua vita di straordinario ebbe tutto, letteralmente: il 25 giugno 1678 nella cattedrale di Padova Elena Cornaro divenne la prima donna laureata al mondo, «magistra et doctrix in philosophia».

Martedì 9 maggio alle 14 l’università di Trento diventerà invece la prima in Italia ad avere un’aula intitolata a lei, l’aula 421 del dipartimento di Lettere — sul cui ingresso è già affissa da gennaio una targa commemorativa.

All’inaugurazione saranno presenti Fulvio Ferrari, direttore del dipartimento di Lettere, Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità, e Maria Cristina Bartolomei, docente di Filosofia morale e Filosofia della religione presso l’università di Milano, autrice della voce dedicata a Elena Cornaro nell’Enciclopedia delle donne.

Professoressa Bartolomei, come è venuta a conoscenza di Elena Cornaro?

«È stata una scoperta tardiva direi, nonostante negli anni avessi visto varie volte la sua statua a Palazzo del Bo a Padova o la targa sulla sede del municipio di Venezia; non ci diedi peso evidentemente. Tutto iniziò invece una quindicina di anni fa, con la ricerca in libreria di una lettura per le vacanze di Natale. Trovai e lessi Illuminata. La storia di Elena Lucrezia Cornaro di Patrizia Carrano, un romanzo ben documentato seppur con molti elementi di fantasia. La figura di questa donna straordinaria mi attrasse immediatamente, era davvero intrigante: iniziai subito a fare ricerche su di lei e in seguito scrissi la voce per l’Enciclopedia delle donne».

Un padre nobile e ambizioso, deciso a sfruttare le doti della figlia secondo lo storico Renzo Derosas, curatore della voce Treccani; una vasta biblioteca di famiglia; grande conoscenza delle lingue (greco, latino, ebraico, aramaico, spagnolo, francese, arabo, inglese) e di discipline quali filosofia, teologia, matematica, astronomia, geografia e musica; una salute cagionevole, forse acuita da «studio matto e disperatissimo».

Con Elena Cornaro siamo forse di fronte a una Leopardi ante litteram?

«Ci sono varie differenze col poeta recanatese: la Cornaro aveva una grande fede religiosa — fece voto di castità e divenne oblata benedettina —, fece sempre parte di accademie ed ebbe contatti con intellettuali di tutto il mondo; in ciò si avverte il respiro cosmopolita della Serenissima Repubblica di Venezia in cui visse e di cui fu degna figlia. Per quanto riguarda l’interpretazione sulle prepotenti ambizioni del padre dissento fortemente: è come se si escludesse la possibilità che Elena avesse semplicemente voglia di studiare e che un padre di larghe vedute la incoraggiasse in questo senza farsi frenare dai pregiudizi misogini dell’epoca, riconoscendo in lei una figlia con enormi qualità. Per questo per lei non parlerei di “studio matto e disperatissimo” ma di passione, sete di conoscenza e speranza, speranza anche per noi: la Cornaro ha mostrato alle donne che possono raggiungere ogni traguardo, nonostante ostacoli e contrasti; nel suo caso basti pensare che la laurea doveva essere in teologia ma il vescovo di Padova vi si oppose, “se non vogliamo renderci ridicoli a tutto il mondo”».

In un articolo sul Corriere della sera del 14 marzo scorso dedicato a Elena Cornaro («L’erudita che aprì la strada a Malala») Gian Antonio Stella ha ricordato le tesi di Derosas, che negano ogni lettura in chiave femminista della sua figura.

«Nella Cornaro non ci fu l’intento di rivendicare l’accesso alla laurea alle donne ma di certo ci fu l’esercizio di una libertà femminile e una capacità femminile di ottenere quel riconoscimento. A suo modo la Cornaro fu dunque una femminista inconsapevole, un modello per tutte le donne.

Mi piace molto l’accostamento a Malala, simbolo dell’istruzione e della libertà che ne deriva. Viene da parafrasare l’Ulisse di Dante al femminile: «Fatte non foste a viver come brute, / ma per seguir virtute e canoscenza».

Mary Beard, docente di lettere classiche a Cambridge, ha scritto: «Nel 2017 ci sono più donne in posizione di potere rispetto a dieci anni fa. Tuttavia il modello mentale e culturale di persona di potere è ancora decisamente maschile. Se chiudiamo gli occhi e cerchiamo di evocare l’immagine di un presidente o di un professore universitario, la maggior parte di noi non vede una donna».

«È verissimo purtroppo: nell’università italiana le donne costituiscono il 30 percento dei docenti associati e il 10 percento degli ordinari, una coincidenza?

Me ne vergogno ma anch’io ad esempio quando progetto un convegno penso prima agli uomini come esperti da invitare. Nel nostro universo simbolico è difficile collegare immediatamente le donne all’autorevolezza; spesso peraltro sono le donne stesse a non fidarsi delle altre donne perché associano l’affidabilità alla figura paterna».

La lascio con un messaggio di speranza: Aldo Cazzullo ritiene che tra poco «bisognerà introdurre le quote azzurre».

«Senza arrivare a questo mi augurerei una normale condivisione della responsabilità del mondo, che non sarà una cosa né immediata né facile, ci vorrà tempo. Noto poi che alcune giovani donne provano quasi fastidio per i discorsi sulla parità e l’uguaglianza dei sessi: bisognerebbe ricordare loro che non avrebbero avuto molti diritti senza il sangue e l’impegno delle loro madri e delle loro nonne. La libertà deve essere condivisa, non individuale, e non si dà libertà senza liberazione».

PressReader.com

- leggi di più su: Enciclopedia delle donne

http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/elena-lucrezia-cornaro-piscopia/


- visita la pagina iniziale del sito Nonunodimeno e DONA adesso:

www.nonunodimeno.net

- Condividi e metti MI PIACE sulla pagina facebook: www.facebook.com/associazionenonunodimeno/

-  segui su twitter: https://twitter.com/nonunodimeno #nonunodimeno

Informazioni: info@nonunodimeno.net

Data ultima modifica: 5 novembre 2018