RITRATTI: MARYAM MIRZAKHANI MATEMATICA

La prima donna al mondo a ricevere la prestigiosa Medaglia Fields per la matematica. Ma un cancro al seno se l’è portata via. Maryam Mirzakhani docente iraniana della Stanford University, è morta a soli 40 anni.

La studiosa è morta il 15 luglio per un tumore contro cui combatteva dal 2013. Nata in Iran nel 1977, aveva scoperto la passione per i numeri nell’adolescenza.

L’intervista:

MARYAM Mirzakhani, originaria dell’Iran, attualmente è professoressa di matematica a Stanford. Ha completato il suo dottorato a Harvard nel 2004 sotto la direzione di Curtis McMullen. Nella sua tesi ha dimostrato come calcolare il volume Weil-Petersson dello spazio dei moduli di superfici di Riemann con bordo. Fra i suoi interessi di ricerca figurano la teoria di Teichmüller, la geometria iperbolica, la teoria ergodica e la geometria simplettica.

Perché ha studiato matematica?

"Da ragazzina sognavo di fare la scrittrice. In realtà non ho mai pensato di studiare matematica fino all’ultimo anno delle superiori. Erano tempi difficili perché c’era la guerra tra Iran e Iraq. È stato mio fratello maggiore a farmi interessare alla scienza in generale. Il mio primo ricordo della matematica probabilmente risale a quando mi parlò di come sommare i numeri da 1 a 100. Credo che avesse letto su una rivista di scienza divulgativa come Gauss aveva risolto questo problema. Trovai la soluzione affascinante".

Chi ha contato nella sua formazione?

"La guerra finì quando io avevo completato le elementari. Sono andata in una grande scuola di Teheran, la Farzanegan, e ho avuto ottimi insegnanti. Inoltre, la preside della nostra scuola era una donna molto determinata, che era disposta a impegnarsi al massimo per offrirci le stesse opportunità delle scuole maschili. In seguito ho partecipato alle Olimpiadi della Matematica. Quand’ero adolescente mi piacevano le sfide. Ma soprattutto ho conosciuto molti matematici e amici che hanno rappresentato una fonte di ispirazione all’università Sharif. Si organizzavano sessioni per la risoluzione di problemi e gruppi di lettura informali con i compagni di classe. L’amicizia e il supporto di tutte le persone che ho conosciuto lì, e successivamente a Harvard, mi sono stati di grande aiuto".

Quali sono le differenze tra il modo di studiare la matematica tra Iran e Stati Uniti?

"È difficile rispondere perché la mia esperienza negli Usa è limitata a qualche università. In ogni caso, direi che il sistema scolastico iraniano non è come la gente pensa. Quando studiavo per la laurea magistrale a Harvard, mi è capitato di dover spiegare diverse volte che il fatto di essere donna non mi impediva di frequentare l’università in Iran. È vero che maschi e femmine frequentano scuole separate fino alle superiori, ma questo non impedisce loro di partecipare, per esempio, alle Olimpiadi o ai campi estivi. Ci sono molte differenze: in Iran si sceglie il corso di laurea prima di andare all’università, e c’è un esame nazionale di ingresso".

Che cosa le è piaciuto studiare in modo particolare?

"Prima di entrare a Harvard, avevo studiato soprattutto topologia combinatoria e algebra. L’analisi complessa mi era sempre piaciuta, ma non ne sapevo molto. Ho dovuto imparare molti argomenti che qui negli Stati Uniti uno studente del college di una buona università di regola conosce già. Ho cominciato frequentando il seminario informale organizzato da Curt McMullen, e la maggior parte del tempo non capivo una parola di quello che dicevano. Ero affascinata dal modo semplice ed elegante di parlare di McMullen, perciò ho cominciato a fargli tante domande, a ragionare, discutere".

Può spiegare le sue ricerche?

"La maggior parte dei problemi su cui lavoro è collegata a strutture geometriche su superfici e le loro deformazioni. In particolare mi interessa studiare le superfici iperboliche. Soprattutto trovo affascinante poter guardare allo stesso problema da diversi punti di vista, e affrontarlo usando metodi differenti".

Che cosa ne pensa del lavoro collettivo nel campo della ricerca?

"È interessantissimo collaborare con altri ricercatori. Ma preferisco fare entrambe le cose: spesso ci sono problemi su cui devo ragionare da sola".

Qual è l’aspetto che trova più gratificante?

"Il momento in cui provi l’eccitazione della scoperta, il piacere di capire qualcosa di nuovo, la sensazione di essere arrivati in cima a una montagna e avere la visuale sgombra. Ma la maggior parte del tempo per me fare matematica è come una lunga escursione senza sentiero tracciato e senza una destinazione visibile".

Quanto ha contato la borsa di studio del Clay Mathematics Institute?

"È stata una grande opportunità. Ho passato la maggior parte del tempo a Princeton, ed è stata un’esperienza straordinaria. La borsa del Clay Institute mi ha dato la libertà di pensare a problemi più complessi, di viaggiare liberamente e parlare con altri matematici. Io sono una che pensa lentamente, e ho bisogno di tempo prima di fare passi avanti. Perciò apprezzo molto il fatto di non essere stata costretta a scrivere il lavoro di corsa".

Che indicazione darebbe ai giovani che cominciano a studiare matematica?

"Non sono proprio nella posizione per dare consigli: però posso suggerire di dare un’occhiata al sito web di Terry Tao! E poi, ognuno ha il suo stile, e una cosa che funziona per una certa persona magari non funziona così bene per altre".

Che cosa consiglia a chi vorrebbe saperne di più sulla matematica?

"È una domanda difficile. Non penso che tutti dovrebbero diventare matematici, ma credo che a molti studenti non diano veramente una chance per amare questa disciplina. Per un paio d’anni, alle medie, andavo male in matematica. Se non ne sei entusiasta può sembrare una materia fredda. La bellezza della matematica si mostra solo ai più pazienti".

Questa intervista è pubblicata con il permesso del Clay Mathematics Institute (Traduzione di Fabio Galimberti) 14 08 2014

http://www.repubblica.it/cultura/2014/08/14/news/mirzakhani_ volevo_fare_la_scrittrice_scoprii_la_somma_di_gauss_e_incontrai_la_bellezza-93761865/


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Data ultima modifica: 31 luglio 2017