LA ROSA BIANCA: 75 ANNI FA

22 febbraio 1943, 75 anni fa oggi: decapitazione della "Rosa Bianca".

Il 22 febbraio 1943, la studentessa tedesca Sophie Scholl, suo fratello Hans e il loro amico Christoph Probst sono decapitati per essersi resi colpevoli di resistenza al nazismo. Avevano formato un movimento clandestino chiamato la rosa bianca e distribuito volantini nella loro struttura.

Nel giugno 1942, mentre Hitler è in cima alla sua potenza, il piccolo gruppo decide di chiamare gli studenti di Monaco alla resistenza contro il regime nazista, definito "dittatura del male".

In meno di quindici giorni, i giovani scrivono e diffondono 4 volantini, firmati " La Rosa Bianca (die weiße rose). Stampati nell’officina di monaco messi a loro disposizione dallo scrittore Theodore Haecker, vengono diffusi dalla mano a mano, depositati presso i ristoratori della città o inviati per posta a intellettuali non impegnati, scrittori, insegnanti Dell’Università, dei direttori di istituti scolastici, dei librai o dei medici accuratamente scelti.

I volantini fanno riferimento a eminenti pensatori (Schiller, Goethe, Novalis, Lao Tzu, Aristotele) i loro lettori sono invitati a partecipare ad una "Catena di resistenza del pensiero" in e in a loro volta al maggior numero Possibile gente.

Willi Graf è arruolato nell’esercito nel luglio del 1942 e scopre in questa occasione molte atrocità. Quanto a Hans Scholl e Alexander Schmorell, incorporati come maresciallo degli alloggi nella wehrmacht come studenti di medicina, passano tre mesi sul fronte russo e constatano con orrore l’orrore dei trattamenti inflitti agli ebrei, alle popolazioni locali e ai prigionieri sovietici .

A partire dal novembre 1942, i resistenti della rosa bianca beneficiano del sostegno del loro insegnante Kurt Huber (49 anni) Dell’Università di Monaco, che diventa il loro mentore. Essi stampano e diffondono i loro volantini a migliaia di copie nelle università tedesche ed austriache di Augusta, Francoforte, graz, Amburgo, Linz, Salzburg, Saarbrücken, Stoccarda, Vienna e persino di Berlino!

Il piccolo gruppo raccoglie contemporaneamente il pane per i detenuti di campi di concentramento e si occupa delle loro famiglie. Tuttavia, è deluso dalla scarsa eco delle sue iniziative all’interno della popolazione studentesca.

Un quinto volantino intitolato "volantino del movimento di resistenza in Germania" è distribuito a diverse migliaia di copie per le strade, sulle auto in stazionamento e sui banchi della stazione centrale di Monaco! Ancora più forte, nel febbraio 1943, Hans Scholl e Alexander Schmorell scrivono la notte degli slogan sui muri del quartiere universitario: " Libertà! Hitler massacratore delle masse! Abbasso Hitler!... "

Stampato a più di 2.000 copie, distribuito e inviato per posta, il sesto e ultimo volantino commenta la sconfitta di Stalingrado, condanna i metodi nazisti e invita la gioventù del paese ad attivarsi. Come poche centinaia di questi volantini non possono essere spediti, Hans Scholl decide di spedirli all’università di medicina.

Purtroppo, la mattina del 18 febbraio 1943, Hans e sua sorella Sophie sono accorsi dal portiere dell’università a lanciare un ultimo pacchetto di volantini dall’alto del secondo piano che si affaccia sulla hall. Vengono immediatamente arrestati con i loro amici, consegnati alla Gestapo (la polizia politica) e imprigionati a stadelheim.

Il 22 febbraio 1943, dopo una rapida istruzione, il tribunale del popolo (volksgerichtshof) incaricato dei "crimini politici" si riunisce per un processo di tre ore.

È presieduto da Roland Freisler, venuto apposta da Berlino. E ’uno dei capi nazisti piu’ brutali. Sophie Scholl, che ha avuto una gamba rotta durante il suo "interrogatorio" dalla Gestapo e compare sulle stampelle, lo affronta con un coraggio incrollabile.

Freisler pronuncia egli stesso la condanna a morte per tradimento di Hans Scholl, di sua sorella e del loro amico Christoph Probst - battezzato poche ore prima della sua esecuzione da un prete della prigione.

Sophie e Hans vengono giustiziati dai funzionari della prigione di stadelheim dopo aver rivisto un’ultima volta i loro genitori, Robert e Magdalene scholl. Hans Scholl esclama " viva la libertà! " prima di morire sulla ghigliottina (questo strumento è stato importato dalla Francia in Baviera Nel XIX secolo, in seguito alle guerre napoleoniche). Da allora i tre giovani martiri riposano gli uni accanto agli altri nel cimitero vicino alla foresta di Perlach.

Qualche mese dopo, un secondo processo colpisce quattordici imputati presi nella stessa ondata di arresti: il professor Kurt Huber, Alexander Schmorell e il suo compagno Willi Graf sono condannati a morte. Nell’autunno del 1943 anche la rete di Amburgo è stata smantellata dalla Gestapo.

Altri dieci membri della rosa bianca - amici dei Scholl, giovani studenti delle università di Ulm e di Saarbrücken, o simpatizzanti attivi come Eugen Grimminger che li aveva aiutati finanziariamente - vengono inviati in campo di concentramento dove pagheranno anche della loro vita la loro partecipazione alle Attività del movimento.

Nonostante il suo carattere riservato, la Rosa bianca gode di una notorietà nazionale e anche mondiale. Il 27 giugno 1943, parlando di "la nascita di una fede nuova, quella dell’onore e della libertà", lo scrittore tedesco in esilio Thomas Mann gli rende omaggio sulle onde della Bbc mentre durante l’ Estate 1943, l’aviazione inglese getta sul paese un milione di copie dell’ultimo volantino redatto dal professor Huber.

L’ amico di cuore di Sophie, che era sul fronte dell’est, ottiene un permesso non appena apprende del suo arresto, ma arriva a Monaco due ore dopo la sua esecuzione. Entrerà quindi nella resistenza a rischio della sua vita...

La Rosa Bianca ha vissuto a malapena un anno ma la memoria di una lotta eroica - contro la rassegnazione e per la difesa della libertà di opinione quando è minacciata -, lei non si spegnerà mai.

Un articolo di Max Kerkar - grazie a Linda per la segnalazione


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Data ultima modifica: 25 febbraio 2018