"Infinito Leopardi": celebrazioni a Recanati

L’infinito, composto a Recanati nel 1819, è il primo dei canti (La sera del dì di festa, Alla luna, Il sogno, La vita solitaria) cui il poeta diede il nome di idilli.

Nell’immaginare l’infinito, il pensiero del poeta si smarrisce, si perde, ma questo naufragare nell’immensità provoca una sensazione indefinibile di piacere e di dolcezza; percepire l’infinito significa infatti per Leopardi evadere da una realtà circoscritta e limitata, per perdersi nel nulla e dimenticare per qualche istante il dolore della vita.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quiete

nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come5 il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare.

- Celebrazioni a Recanati: https://initalia.virgilio.it/infinito-leopardi-anno-celebrazioni-recanati-23678

- Il film: "Il giovane favoloso" di Mario Martone

https://www.mymovies.it/film/2014/ilgiovanefavoloso/


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Data ultima modifica: 15 dicembre 2018