Sono « spariti » da un giorno all’altro, senza poter nemmeno salutare i compagni. Trasferiti d’ufficio.
Due ragazzini armeni iscritti alle medie dell’Istituto Comprensivo Nichelino IV non potranno più tornare nella scuola che li ha accolti a fine settembre, al loro arrivo in Italia. Richiedenti asilo insieme alla loro famiglia, padre, madre e 4 figli, sono stati portati in un altro centro d’accoglienza, da Nichelino a Riva di Chieri. Appena 25 km di distanza, ma quanto basta per dover ricominciare tutto da capo. « La famiglia aveva fatto tappa in Austria e sono arrivati da noi alla fine di settembre, li abbiamo subito inseriti in prima e terza media, nessuno dei due parlava italiano – racconta Patrizia Cannavò, preside dell’Ic Nichelino IV – Hanno iniziato un percorso di inserimento con i compagni e anche di alfabetizzazione, la scuola ha dedicato loro del tempo per insegnare la lingua con risorse interne ». Entrambi si sono inseriti bene, hanno trovato classi e insegnanti accoglienti. Fino a giovedì scorso, il loro ultimo giorno a Nichelino.
« Venerdì pomeriggio sono stata contattata dal nuovo centro di accoglienza di Riva di Chieri – ricorda la preside Cannavò - Aveva ricevuto la famiglia la sera prima e cercava un modo per avere il nulla osta in fretta, per non far perdere giorni di scuola a questi bambini ». Fino a quel momento nessuno sapeva nulla del trasferimento, deciso nel quadro della riorganizzazione dei Centri di accoglienza in atto da parte della Prefettura. Nemmeno la preside. « Da lì ho capito quello che era successo », aggiunge ancora la dirigente, sostenendo però che
« non si possono trasferire così dei nuclei familiari : dopo qualche mese eravamo diventati il loro punto di riferimento, avevano iscritto per l’anno prossimo anche gli altri due fratellini, uno in prima elementare e il più piccolo all’asilo ».
La mamma andava alle riunioni accompagnata da una mediatrice che parlava russo, si era creato un rapporto di fiducia. La loro assenza è difficile da spiegare anche in classe. La ragazzina armena più piccola, che frequentava la prima media, ha telefonato ad una compagna per dire che non sarebbero più andati a scuola perché erano stati trasferiti. In questo modo ieri mattina l’hanno saputo gli insegnanti e gli altri amici, altrimenti all’oscuro di tutto.
« Mi fa rabbia perché non succede quasi mai che non si faccia terminare quanto meno l’anno scolastico – afferma la preside di Nichelino – Per i bambini è sempre un danno, ancora di più in situazioni difficili : si parla di ragazzini arrivati da lontano e catapultati in una realtà nuova, che viene cambiata un’altra volta generando ulteriore fatica ».
La famiglia armena non è la sola ad aver lasciato Nichelino, altre 4 famiglie sono state trasferite. Da una parte il « decreto sicurezza » ha ridotto le tariffe a 21 euro, dall’altra i posti dei migranti devono essere ridistribuiti in base ai vincitori dei nuovi bandi prefettizi. In un momento qualunque, anche a metà anno.
UN articolo di Chiara Sandrucci - Corriere della Sera -26 febbraio 2019 | 16:06