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Negli ultimi 5 anni e mezzo abbiamo seguito le storie di chi è fuggito dall’Egitto per rifarsi una vita. Li abbiamo seguiti nella loro nuova vita, da esuli. Lo so che di Egitto si sente parlare poco e niente, ma il tema è al centro dell’evoluzione di questo Paese che tornerà a fare parlare di sé perché è troppo importante per essere ignorato o trattato a intermittenza.

La repressione in corso nel Paese ha infatti spinto molti a scappare dal Paese, preferendo l’esilio. Sono tanti tra giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani ad essere costretti a mettersi in salvo fuggendo dal loro Paese quando, dopo il golpe dell’estate del 2013, i militari sono tornati al potere.

I nuovi esuli egiziani sono dispersi nel mondo per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero – ad esempio – dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche.

Dalla diaspora, dove li abbiamo seguiti giorno dopo giorno, raccontano il viaggio con il quale è iniziato il loro esilio, spesso una fuga improvvisa che li ha resi parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria nella storia dell’Egitto contemporaneo. E tra gli esuli che sognano di tornare in patria nasce anche una nuova intellighenzia, che lavora per quando in Egitto tornerà la libertà.

Nel libro ci sono tantissime storie vicine alla nostra e anche un po’ la nostra. Come quella di Nancy Okail, attivista egiziana condannata a cinque anni di carcere nel giugno del 2014, nell’ambito del processo contro le Ong, che ha portato alla condanna di 43 attivisti, con l’accusa di aver ricevuto fondi illegali, aver lavorato per istituzioni fuori legge e aver sostenuto l’opposizione al governo e le sue poche organizzazioni di protesta. Nancy – che per anni si è firmata come accusata numero 34. La ciliegina sulla torta è arrivata a dicembre, quando da Washington è venuta a sapere della sua assoluzione.

E poi ci sono i preziosi disegni di Gianluca Costantini, oltre che due interessantissimi testi di Riccardo Noury (Amnesty) e Moni Ovadia. A Infinito editore un grande grazie. Il più grande va ancora una volta a loro, quella famiglia di esuli della diaspora che mi ha accolto.

Qui un’assaggio del libro che girerà per l’Italia.

Potete seguire l’evoluzione del nostro viaggio sulle pagine Facebook e Instagram, dove trovate anche delle anticipazioni.

www.iragazzidipiazzatahrir.it/blog/

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Data ultima modifica: 9 gennaio 2020