Omegna: prende forma il primo museo dove scoprire Gianni Rodari

Sarà realizzato in via Carrobbio, l’inaugurazione prevista a ottobre. L’assessore Rubinelli: “Un posto interattivo che dialoga col territorio”

OMEGNA – Sarà il primo museo dedicato a Gianni Rodari. Sorgerà a Omegna, sua città natale, e vedrà la luce nel 2020, anno in cui lo scrittore avrebbe compiuto un secolo di vita. Non ci saranno solo oggetti da vedere e toccare, ma soprattutto sarà un luogo da vivere a livello esperienziale.

Per l’elaborazione del progetto è stato istituito un tavolo tecnico composto dall’assessore alla Cultura Sara Rubinelli, dal sindaco di Omegna Paolo Marchioni, da Pino Boero (considerato maggior esperto di Rodari), da Alberto Poletti del Forum, Paolo Paolini (docente), Luca Vergerio e Roberto Polo, responsabili dell’ufficio cultura e dell’ufficio tecnico del Comune. C’è anche la consulenza di Antonio Longo Dorni, esperto di allestimenti scenografici rivolti ai ragazzi e il sostegno di Paola Rodari, figlia dello scrittore, che ha dato suggerimenti su come fare il museo.

L’incarico di redigere il progetto è stato affidato all’architetto Fabrizio Bianchetti. Il valore complessivo dell’investimento è 560 mila euro, ottenuti dalla Fondazione Cariplo. L’inaugurazione sarà a ottobre in occasione del festival di letteratura per ragazzi intitolato a Rodari.

«Chi entra nel museo dovrà “scoprire” Rodari conoscendo i luoghi della sua infanzia, Omegna, il Cusio e il Lago d’Orta, che hanno influito sulle sue opere - spiega l’assessore Rubinelli -. Nel museo ci sarà una visione di Omegna come era all’inizio del Novecento. Il visitatore potrà passeggiare lungo la Nigoglia, il fiume che va a Nord che affascinò il bambino Rodari. Si andrà nella ludoteca a giocare con gli animatori alla didattica rodariana e si andrà sull’isola di San Giulio dove è stato ambientato il barone Lamberto».

Il museo che sorgerà in via Carrobbio, in un edificio di proprietà comunale nel centro storico di Omegna, è però qualcosa di molto più complesso. «Varcare la soglia significherà entrare nel mondo di Rodari, riscoprire il valore della comunicazione - prosegue Rubinelli -. Si potrà giocare con le parole, costruire filastrocche, inventare storie e racconti riscoprendo creatività e ascoltare le favole al telefono».

Una struttura complessa che dovrà essere realizzata dall’architetto Bianchetti. «Nascerà un museo interattivo, composto fondamentalmente da due sale di 100 metri quadrati ciascuna e su due piani - illustra il progettista -. A piano terra troveranno posto pannelli fotografici e illustrativi con filmati che descrivono Rodari, chi era e cosa ha fatto, il territorio con i suoi aspetti creativi. Ci saranno riferimenti alla caffettiera Bialetti, alla fabbrica di giocattoli Cardini coi quali da piccolo giocava e alla Alessi. Un territorio che ha influito sulla sua formazione».

«Spettatore protagonista»

Diverso invece il piano superiore dove ci sarà il museo «immersivo»: dove il visitatore non sarà più spettatore, ma protagonista diventando egli stesso parte integrante delle storie di Rodari. «Giocando, il bambino entrerà nel mondo rodariano con gli illustratori dei suoi racconti, da Altan a Bruno Munari a Tullio Pericoli - spiega Bianchetti -: attraverso delle installazioni computerizzate in una stanza il bambino potrà trasformarsi diventando il personaggio di un racconto, che sia Cipollino o Lamberto». Non basta: ci saranno giochi con le parole, cruciverba ispirati alle filastrocche che daranno a tutti la possibilità di essere scrittori.

Un articolo di Vincenzo Amato - La Stampa 05 01 2020

Data ultima modifica: 12 gennaio 2020