INVALSI: "Fuori dal curriculum i risultati delle prove"

I risultati delle prove Invalsi non compariranno nel cosiddetto curriculum dello studente, un documento che dal prossimo anno sarà allegato al diploma di Maturità. Resta l’obbligatorietà delle prove per accedere all’esame di Stato. Fratoianni: “La valutazione delle conoscenze sono prerogativa del corpo docente e in particolare del consiglio di classe. I ragazzi non sono numeri”.

C’è una buona notizia per gli studenti della scuola italiana. I risultati delle prove Invalsi resteranno fuori dal curriculum che i ragazzi riceveranno a partire dal prossimo anno come allegato al diploma di Maturità e che potranno presentare all’Università o eventualmente al datore di lavoro. Lo ha confermato il deputato di Sinistra italiana-Leu, Nicola Fratoianni, che in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook ha spiegato che "oggi è stato approvato un mio emendamento al Milleproroghe che toglie definitivamente dal curriculum degli studenti la certificazione delle prove Invalsi". Purtroppo, però, ha continuato il parlamentare, "resta l’obbligatorietà a svolgere la prova, ma essa non avrà alcun impatto sulla valutazione degli studenti né per il presente, né tanto meno per il futuro".

In altre parole, le prove Invalsi di matematica, italiano e inglese effettuate dagli studenti di quinta superiore restano propedeutiche per accedere all’esame di Stato, ma non compariranno nel cv, che conterrà le informazioni sulle competenze formali e non formali da loro acquisite.

📌 ATTENZIONE! Buona notizia. Nicola Fratoianni

Oggi è stato approvato un mio emendamento che toglie definitivamente dal curriculum degli studenti la certificazione delle prove Invalsi. Purtroppo resta l’obbligatorietà a svolgere la prova, ma essa non avrà alcun impatto sulla valutazione degli studenti né per il presente, né tanto meno per il futuro. Abbiamo ristabilito due principi fondamentali, messi in discussione dal DL 62/2017:

- la valutazione delle conoscenze è prerogativa del corpo docente e in particolare del consiglio di classe, in quanto frutto di un lavoro che tiene conto del profilo e della storia personale di ogni singolo studente.
- gli studenti non sono numeri.

C’è ancora molto lavoro da fare, ma intanto, oggi abbiamo compiuto un primo passo, a tutela degli studenti e del ruolo del corpo docente.

Il motivo è semplice. "Abbiamo ristabilito due principi fondamentali, messi in discussione dal DL 62/2017 – ha sottolineato Fratoianni -:

la valutazione delle conoscenze sono prerogativa del corpo docente e in particolare del consiglio di classe, in quanto frutto di un lavoro che tiene conto del profilo e della storia personale di ogni singolo studente. E poi perché gli studenti non sono numeri. C’è ancora molto lavoro da fare, ma intanto, oggi abbiamo compiuto un primo passo, a tutela degli studenti e del ruolo del corpo docente". Anche il viceministro dell’Istruzione, Anna Ascani, ha espresso soddisfazione per questa decisione, sottolineando che "i test Invalsi non servono a valutare docenti e studenti. Sono uno strumento conoscitivo che fornisce una fotografia dello stato di salute del nostro sistema di istruzione ed è per questo motivo che sono fondamentali per il miglioramento e restano requisito di ammissione all’Esame di Stato".

www.fanpage.it 12 02 2020

Data ultima modifica: 21 febbraio 2020