Differentemente da molti esponenti dell’opposizione (e qualcuno della maggioranza, purtroppo), della Confindustria, di importanti gruppi editoriali, capisco e condivido la prudenza del Presidente del Consiglio Conte, che, pur consapevole della difficoltà e probabilmente della poca popolarità della scelta, decide di mettere il diritto alla salute davanti a tutto. Il rischio di vanificare gli sforzi fatti finora per contenere il virus e di compromettere ancora di più la già difficile situazione economica del Paese e dei cittadini, evidentemente è troppo alto.
Per la stessa ragione non condivido l’idea di far svolgere il concorso straordinario per l’immissione in ruolo dei docenti in un momento come questo, senza nessuna ragionevole certezza che l’evolversi della situazione possa consentire a decine di migliaia di persone di parteciparvi fra qualche mese in piena sicurezza.
E la condivido ancora meno, se possibile, perché considero invece del tutto praticabile, tecnicamente oltre che politicamente, un altro metodo di stabilizzazione, quello basato sui titoli e il servizio, che più volte ho suggerito in queste settimane.
E che mi sembra la scelta più saggia ed equilibrata da portare avanti. La sola reale possibilità, cioè, che rende certo quello che tutti vogliamo, cioè l’immissione in ruolo dei docenti entro il 1 settembre. Al di là di dibattiti e considerazioni più o meno ideologiche, che in questo momento mi interessano relativamente.
Auspico che il Parlamento possa correggere una impostazione che come è noto non trova la condivisione delle parti sociali e del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che io invece considero un valore essenziale e irrinunciabile, indispensabile per affrontare una situazione senza precedenti come quella che stiamo vivendo.
Una condizione eccezionale richiede risposte eccezionali. Per la scuola, e per la nostra società tutta.
Beppe De Cristofaro - Sottosegretario all’Istruzione
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