Ultimo giorno di scuola: "Poche risorse, troppi precari" , la scuola si ferma

Dichiarazioni di Sinopoli Segretario Flc Cgil

POCHE RISORSE, TROPPI PRECARI: la scuola si ferma!

Per i sindacati gli investimenti per la ripresa a settembre non sono sufficienti: servono interventi straordinari. E i precari saranno ancora precari

Dunque la scuola si ferma. Sciopero generale l’8 giugno e presìdi nelle diverse città. A nulla è valso l’incontro con il ministro del 29 maggio per il tentativo di conciliazione previsto dalla normativa, né il summit del 4 giugno con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha cambiato le carte in tavola. Tra decreto rilancio e decreto scuola, a eccezione della riapertura delle graduatorie provinciali per le supplenze e dell’abolizione del voto numerico nella scuola primaria, nessuna delle richieste dei sindacati è stata accolta.

A cominciare dalle risorse (1,5 miliardi di euro) – che i sindacati giudicano del tutto inadeguate per garantire una ripresa in sicurezza della scuola a settembre – e dagli organici: nessuna stabilizzazione dunque da settembre per i 32.000 precari con almeno tre anni di anzianità, il che per i sindacati per il prossimo anno comporterà 200.000 presenze. Un dato negativo in assoluto e ancor più per la situazione che la scuola si troverà ad affrontare da dopo l’estate.

Niente da fare anche per il potenziamento degli organici dei docenti e degli Ata, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato tecnico-scientifico indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività in presenza, fissando parametri di distanziamento che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni.

“Se davvero si vuol tornare in sicurezza alle attività in presenza, non bastano piccoli aggiustamenti, servono investimenti straordinari”, rivendica la Flc Cgil. Invece, il ministero non è stato in grado di garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità, la revisione dei parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, la messa in sicurezza degli edifici, la sottrazione ai dirigenti scolastici di responsabilità improprie in merito alla manutenzione degli edifici. Di qui la protesta dei lavoratori, per la quale è stata scelta una data fortemente simbolica: quella dell’ultimo giorno di scuola (seppur a distanza).

collettiva.it - Un articolo di Stefano Nucci 08 06 2020

Data ultima modifica: 9 giugno 2020