Brancaccio: sbloccati due milioni di euro

Ieri mattina la mia bici elettrica mi ha portato nell’Area industriale di BRANCACCIO.

Chi conosce la storia sa che è una terra di nessuno, o meglio una proprietà regionale palleggiata tra l’ex consorzio regionale Asi, abolito nel 2012, l’Irsap, la Regione stessa e il Comune.

Lo scenario è apocalittico e le decine di imprenditori e imprenditrici che ci lavorano legalmente e con la schiena dritta sono degli eroi, costretti a muoversi tra discariche, incroci pericolosissimi, senza luce e senza segnaletica, dove le moto e le auto che puntualmente ci vanno a sbattere arrivano a divellere con la forza d’urto anche le centraline della luce e telefoniche, per cui salta anche il wifi.

In teoria da quella zona non è distante il tram, ma nel buio assoluto e senza marciapiedi, né navette che entrino nella zona industriale, le centinaia di lavoratori e lavoratrici sono costretti a prendere l’automobile, restando comunque a rischio, appunto, di incidenti continui.

Arriva ora la notizia che finalmente sono state sbloccate e appaltate, grazie al decreto sblocca cantieri, somme per due milioni di euro del Patto per il Sud.

La gara si è svolta ad aprile e a giugno dovevano iniziare i lavori. Io non ho visto ancora nulla, almeno nella vasta zona che ho girato in compagnia di un imprenditore esasperato e, appunto, eroico, che dà lavoro a oltre 50 persone e guida una delle migliori 20 imprese italiane del suo settore.

Davanti a lui illegalità continue, scarico e carico di materiali di dubbia provenienza, strutture sorte dal nulla. E alla mia domanda su come ha resistito senza pagare il pizzo mi ha risposto sorridendo: "Ci sono state tante retate e arresti importanti negli anni. E soprattutto sanno che sono sbirro e comunista e ormai stanno alla larga".

Tornerò con assiduità negli ultimi due anni di consiliatura che mi restano per verificare, come si suol dire, "lo stato di avanzamento dei lavori". Ma sono convinta che oltre alla riqualificazione, indispensabile a garantire condizioni minime di vivibilità in luoghi dove, tanto per fare un esempio, si cucinano anche i pasti per le scuole, occorre la famosa "visione" e prospettiva.

Se il rilancio del Sud non contempla l’unica zona industriale dentro il comune di Palermo possiamo fare tutte le chiacchiere del mondo su sviluppo e periferie, così come su ztl e pedonalizzazioni. Ma resteremo sempre di una arretratezza irredimibile.

La strada è lunghissima, ma tracciata. Oltre ai soldi che finalmente ci sono (ma quanti ne sono stati sprecati? basta vedere gli immobili abbandonati e devastati!) servono però le idee e il sogno.

Che poi, se la politica proprio non ne ha, deve solo mettersi in ascolto vero di chi ci vive e ci lavora per farseli almeno suggerire.

Un post di Valentina Chinnici* Presidente CIDI Palermo

per saperne di più: L’area industriale di Brancaccio

#Brancaccio #zonaindustriale #Adelante

Data ultima modifica: 20 agosto 2020