RED FRIDAY

Dietro all’immagine patinata cheAmazon vende nei suoi spot pubblicitari ci sono realtà ben diverse. Il gigante dell’e-commerce si arricchisce sulla pelle dei lavoratori, paga pochissime tasse e inquina. La denuncia nell’iniziativa Cgil “Red Friday” venerdì 27 novembre alle 10, in diretta su Collettiva

Selezioni, metti nel carrello, paghi e il gioco è fatto. Comprare non è mai stato così semplice: è digitale, è smart, è informatizzato. Ma dietro al click che porta la merce direttamente a casa tua, ci sono i gesti quotidiani, ripetitivi, sfiancanti di uomini e donne. Senza, non sarebbe possibile selezionare, mettere nel carrello, spedire. Dopo il click, si entra in una dimensione ottocententesca, in una catena di montaggio molto scientifica e tecnologica che però prevede lavoro fisico, velocità, efficienza. Sono questi gli aspetti che verranno raccontati nell’iniziativa “Red Friday. Sui diritti non si fanno sconti” promossa da Cgil venerdì 27 novembre, in occasione del Black Friday, in diretta su Collettiva dalle 10 alle 13, un evento a sostegno dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici di Amazon, che si svolge in contemporanea con la giornata d’azione mondiale “Make Amazon Pay”.

“Dietro alla patina di modernità, alla pomposità della rivoluzione tecnologica e del 4.0 si nascondono pratiche molto antiche, da prima rivoluzione industriale – spiega Cristian Sesena, responsabile area contrattazione e mercato del lavoro Cgil -. Un mondo dove senza la fatica non si fa niente. I dipendenti che lavorano nei magazzini fanno gli stessi movimenti per ore, con velocità, precisione, puntualità. Il colosso dell’e-commerce infatti impone livelli di produttività portati all’eccesso, spinge sull’efficienza fino allo stremo. In questi contesti anche il lavoratore più motivato e valido, dopo essere stato spremuto, è da buttare via”.

L’immagine edulcorata e zuccherosa con cui la multinazionale si pubblicizza nelle sue campagne, nelle quali sembra quasi un privilegio poterci lavorare, nasconde realtà ben diverse: salari bassi e sfruttamento. Non solo. Nonostante la recente spolverata di greenwashing, i buoni propositi e le azioni realmente attuate, l’impronta di carbonio del gigante del web è aumentata del 15 per cento nel 2019 rispetto al 2018, passando da 44 milioni di tonnellate di CO2 equivalente emesse a 51,17: quanto 13 centrali elettriche a carbone in funzione per un anno. Un record negativo che potrebbe peggiorare venerdì: secondo il report Dirty Delivery pubblicato dal sito money.co.uk con dati relativi al Regno Unito, questo Black Friday sarà un venerdì nero anche per il clima. Inoltre, l’impero di Jeff Bezos paga cifre ridicole di tasse, anche se ha ricavi e profitti che volano: nel 2019 ha versato al fisco italiano 11 milioni di euro, quanto un’azienda di medie dimensioni, a fronte di un giro d’affari di 4,5 miliardi di euro. “Tutto questo è sbagliato, e lo ribadiremo fornendo dati e informazioni durante l’iniziativa di venerdi” conclude Sesena, che sarà il moderatore dell’evento.

A introdurre il dibattito sarà la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, quindi sono previsti gli interventi di Brando Benifei, deputato al Parlamento europeo, Stanislao Di Piazza, sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro, Christy Hoffmann, segretaria generale Uniglobal, il sindacato mondiale del commercio, dei trasporti e servizi, Ilaria Masinara, di Amnesty International Italia e poi le delegate e i delegati di Amazon Italia. Le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Un articolo di Collettiva.it 26 11 2020

Data ultima modifica: 26 novembre 2020